Domanda complessa con mille sfumature e per rispondere parlo del mio caso, di cosa è capitato a me, di come la vivo io.
Prima lavoravo in un azienda: un bel posto fisso, invidiato da molti, un’azienda apposto, e tutti i giorni stessa scrivania e stesso tragitto casa-lavoro. Facce, luoghi, progetti… Ed era per me…terribile!!!
Ora sono 7 anni che ho lasciato quel lavoro “fisso” e che sono invece un consulente, formatore e coach in diverse aziende, e giro come una trottola per tutta Italia e la mia risposta è : “una cosa bellissima!!“. Vedo tanti posti, conosco molte città, ho modo di sperimentarti in molti modi diversi, di gestire imprevisti, di capire come gira il mondo e come funziono io in quel mondo così veloce e così pieno di treni, voli, coincidenze, stazioni e occasioni da prendere.
Per farvi un esempio, solo negli ultimi 30 giorni ho preso 8 voli, 10 treni, 14 notti in hotel, molti taxi, molte cene da sola in posti e locali che non conosco. Città viste? Milano, Ostuni, Torino, Roma, ancora Ostuni e poi Roma, e infine Lecce.
Domani torno a casa. E stasera scrivo proprio da qua, da Lecce, da Mamma Elvira, mentre bevo un bicchiere di vino e sgranocchio Olive e Taralli (no, veramente i taralli li lascio nel simpatico vassoio perché il glutine non lo mangio, come sapete da qui).
C’è chi pensa che prendersi un aperitivo, o cenare da soli, sia una cosa “brutta”. A me piace da impazzire!!! Non solo perché ormai ci sono abituata (e non mi fa più strano) ma perché è un modo meraviglioso di entrare nella realtà di una città, scegliere e infilarsi in un bar carino, sentire il dialetto, bere un vino locale, sentire di cosa parlano le persone o qual è il mood del posto e nel frattempo pensare, scrivere, leggere. Ho letto molti libri (prossimamente un post sui libri interessanti letti in viaggio) e scritto molti articoli dedicando tempo a me, alle mie riflessioni e credo che sia tempo prezioso, raro, importante.
Ci sono dei contro? Sì certo, se me lo chiedete nei giorni grigi direi “è terribile viaggiare tanto per lavoro!!”, è stancante stare con la valigia in mano, non avere una vita regolare nella propria città, dormire in posti sempre diversi non costruire routine e abitudini “normali” e a volte torno a casa letteralmente schiantata dal luna park delle trasferte ma quindi….
Qual è il mio verdetto finale sul lavorare in trasferta?
E’ bello, stimolante e offre uno spazio personale, lontano da tutti dove entrare in contatto con se stessi, ascoltarsi, pensare, non intontirsi di cose da fare o di aspettative da rispettare. Certo mettete in conto una vita stancante e anche che sì, si è soli, davvero soli, senza amici, colleghi, parenti e se questo non spaventa diventa un’occasione meravigliosa per uscire a cena…con se stessi.
E questo è raro, utile…e prezioso. Volete un consiglio? Provateci.
Provate a uscire con voi stessi. Potreste trovarvi interessanti!
6 marzo 2017 alle 12:24
c’è una zia sempre con teee!