Guardo la mia agenda di queste settimane: Roma-Milano-Alghero-Torino-Palermo-Rende. Si persino Rende, che fino a questo progetto non sapevo neanche dove fosse. E invece è in Calabria. E una dietro l’altra, ogni giorno si cambia città.
C’è che prendo treni e aerei di continuo. C’è che il mio lavoro mi piace molto ma che forse… Ho raggiunto il limite.
Già il limite: questa cosa che io ignoro, mi illudo che a me non tocchi, che non ho limiti, che io posso fare tutto. Questa è l’illusione che metto in valigia insieme a vestiti, tacchi, PC e libri.
Continuo a ignorare i segnali del corpo, i dolori qua e là, la stanchezza serale, gli occhi sempre secchi, le ginocchia dure e le mani pietrificate.
Le ignoro fino a che, in un giorno come ieri, un immunologo mi guarda serio e mi dice che “devo smetterla!”.
Smetterla di fare finta che “guarirò così, senza far niente, facendo passare il tempo”, “guarirò con la psicoterapia”,sì infondo “guarirò un giorno, quasi un po’ come per magia”.
Infondo io continuo a fingere, a credere che sono come prima, forte come prima, giovane come prima, 30enne come prima. Come tutti i 30enni pieni di forza ed energia.
La verita è che senza tiroide non sono più la stessa, l’Èutirox non è e non sarà mai più come gli ormoni “naturali”, il mio metabolismo è cambiato, la mia stanchezza “senza controllo” è cambiata.
C’è che non posso ignorare gli effetti a medio lungo termine dell’assenza di tiroide, di un carcinoma, di uno squilibrio immunitario, di una connettivite che no, non passerà per magia. Non posso ignorare gli effetti di 3 anni così, densi e appiccicosi e collosi che mi hanno profondamente cambiata, dentro e fuori.
C’è che mi illudo, ancora, che su e giù tra treni e aerei, tra progetti interessanti e creativi, la vita è solo bella e che la malattia passì così, sfumata tra le nuvole, sparpagliata in giro, qua e là, lontana da me.
La verità è che lei è tutta qui, dentro di me, sempre con me, pronta ad ogni partenza e attenta ad ogni ritorno.
Non posso più….ignorarla. Tra un treno e l’altro è giunto il momento che io pensi a me, e alla mia cura.
La vita è un treno, sì, pieno di magia e illusioni, opportunità e stanchezze.
Forse però posso scegliere l’andatura a cui spingermi senza sparpagliarmi io in giro.