Eccomi. A Roma. Sul mio divano mentre fuori sembra stia per arrivare il diluvio universale.
Intanto penso: finalmente è sabato. Finalmente un po’ di tempo, lento, a casa, da sola.
E’ stata una settimana difficile, a Milano per 4 gg, molto carica, molto VeloceVeloce, lavoro, impegni, riunioni, incontri, amiche, serate, aperitivi e chiacchiere fino alle due del mattino.
È stata una settimana dura per la mia determinazione. Non la mia direttamente, che per me è sempre alta, ma per la considerazione che ho di lei, di loro: della determinazione, dell’impegno e della forza di volontà.
In questa settimana riassumendo i mohito, gli allenamenti, le Zene, un fratello e una psicoterapeuta… le mie orecchie hanno sentito molte cose.
Procedo più o meno in ordine cronologico:
- tutto quello che c’è intorno a me è frutto delle mie percezioni/interpretazioni, cioè le creo con la mente
- la mia mente, le mie credenze e atteggiamenti generano la mia realtà, e generano allora sia le cose belle che quelle brutte
- ergo: mi sono generata un tumore. Grazie a credenze e atteggiamenti poco “funzionali”
- i tumori vengono a causa di un’alterazione nel DNA di una cellula che poi si riproduce in modo disfunzionale e salta anche il programma di autodistruzione. Per cui si altera e si duplica all’infinito. E questo non è un bene. E sui programmi di alterazione e duplicazione del DNA ancora non si sa molto. Ma la “scienza” crede che abbia poco a che fare con “le credenze”
- però c’è anche chi dice che forse è un bene che si crea, che è una risposta adattiva del corpo e che anzi…andrebbe lasciato “decorrere”
- che la determinazione e l’impegno con cui ho lavorato in questi ultimi anni, con un atteggiamento troppo “VeloceVeloce” e carico di responsabilità, ha causato la Connettivite e il tumore
- che lo stress è l’origine di tutto, il cortisolo (un ormone) darebbe origine a tutto: stanchezza ma anche euforia, e i troppi anticorpi nel sangue, i kg di troppo e anche il tumore
- che c’entra la genetica, anzi forse l’epigenetica
- che c’entra la chimica, gli ormoni e le medicine
- che lo stress fa brutti scherzi
- che se oggi ingrasso è per via delle cure ormonali, ah no dello stress, ah no del fatto che mangio e bevo troppo, ah no, del fatto che continuo ad avere nella mente delle “credenze giudicanti” verso me e verso tutti per cui costruisco un’immagine di me con un corpo “sbagliato” per potermi poi giudicare, quando si manifesta in realtà proprio quello che non voglio
- che sto bene solo quando mi muovo, perché mi carico, e che invece quando mi fermo cado nella lentezza, stanchezza e depressione, e mi sento scarica. Ma è tutto un atteggiamento e un carattere poco “efficace” a lungo termine
- che mi alleno perché mi fa sentire bene, ma in realtà siccome mi carica troppo, anche quello potrebbe essere un “troppo” che mi stressa…e che quindi…mi farà male. Io mi alleno perché mi piace, e mi fa stare bene (così almeno a me pare!) e perché mi hanno insegnato che se uno vuole dimagrire deve mangiare in modo attento e fare attività sportiva. Quindi mi alleno con costanza perché credo che mi porti a dei risultati. Ma forse qualcuno dice i risultati arriverebbero di più se stessi a riposo, come farebbe l’amica mia più pigra…
- che è proprio il mio atteggiamento di sfida costante, la determinazione e la forza di volontà continua a stressarmi, quindi a farmi ammalare, quindi a farmi venire il tumore.
- che forse ho parlato con troppe persone diverse. Bevendo troppo con ciascuna di loro!!
Ne esco quindi confusa, triste e arrabbiata. Troppe cose e troppo diverse, troppi a parlare come se fosse “chiaro”, ciò che a me, che lo vivo da dentro, chiaro non è.
Ecco quindi che in questa settimana ho sentito tante cose ma capite solo 3:
- Mi serve capire meglio alcune cose, e quindi mi leggerò “Biologia delle credenze” di Lipton, “Super brain” di Chopra, qualcosa di Hamer e la sua “nuova medicina germanica” e poi magari vedere “Bleep”
- Devo rallentare con la “forza di volontà”. Ho sempre creduto che “impegno+azioni=risultato”. Forse dovrei trovare un altro modo di “stare in queste scarpe, su questo mondo oggi”. Peccato solo che io non so come si faccia in un altro modo a stare, perché per 30 anni ho creduto che la forza di volontà fosse una qualità, che sfida, intenzionalità, forza e impegno fossero gli ingredienti per affrontare tutto, anche le difficoltà; e non che le creassero. Quindi sì, forse dorò trovare un altro modo di fare le cose. Ma non so quale cavolo sia, conoscevo quello, mi piaceva e mi dava risultati. Ora cosa significa trovare un altro atteggiamento?!?
- Forse devo chiedere a qualcuno di aiutarmi. Forse per questo ho parlato con tante persone in questa ultima settimana. Ma dati i tanti punti di vista, neuroscienze, bioenergetica e biomedica, medicina dello sport, stregoneria varia ed endocrinologia…. forse mi ci vorrebbe uno specialista di “benessere olistico”…ah si forse in giro ne esiste anche qualcuno. Ma sono stanca di chiedere a qualcuno di dirmi cosa posso fare per stare bene. Mi tocca, per fortuna o per tortura, trovare da me le mie risposte, il mix di azioni da fare, la dose giusta di forza di volontà, le credenze a cui credere. (Sperando che poi, se è vero quello che qualcuno dice, generino un mondo intorno e dentro di me che mi piaccia!)
Torniamo al punto, tanto fastidioso da sentire e scrivere: tutti parlano e hanno un’opinione che presentano come “certa”. Forse è anche vero che tutti hanno un pezzo di verità in mano ma poi si comportano come fosse LA verità. E forse più che scienza diventa “religione”.
E tutti si comportano come se “appiccicata una spiegazione certa della materia malattia/salute” il malato si senta “apposto”, chiarito e consapevole, perfino curato dalla certezza più forte.
Invece no, chiedo a tutti i saputelli di questo mondo abbiate molto rispetto quando dite a voce alta la vostra verità, forse è una certezza per voi, meno per altre orecchie, che stanno ancora cercando.
Cercherò le mie risposte, sperando di non trasformarmi in una saputella. Intanto cerco l’amica mia più pigra….e mi faccio insegnare qualcosa.
“Tutti sanno contare i semi in un frutto, ma nessuno sa dire quanti frutti generanno da uno di quei semi. “ D. Chopra