Lento Lento Veloce Lento

A quale ritmo va il benessere?


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Meglio o Peggio. A dita incrociate.

Sono uscita da due giorni. Dopo la radioterapia e 10 gg di isolamento a casa. Oggi finalmente posso passeggiare per le strade di Roma, oggi sono libera.

meglio o peggio?

meglio o peggio?

Tutti mi chiedono se è stato peggio l’anno scorso o quest’anno. Il fatto che questa volta mi abbiano fatto una dose 4 volte maggiore dovrebbe già chiarire molti dubbi. Eppure…molti me lo chiedono. Dunque ora rispondo: è stato peggio?!?

Più che del dolore fisico io parlerei del fatto che è una terapia lenta e con la stessa lentezza succhia anima. Mentre lentamente, senza più ormoni, ti fa addormentare, ti prende le energie, ti asciuga gli occhi e la bocca, ti fa bruciare e gonfiare, trasforma il gusto di qualsiasi cosa in amaro e altera via via tutti i senti…. ecco, mentre lei fa questo, tu perdi “il segnale” con te stessa.

Ti prende l’anima e te la ridà dopo qualche giorno, quando rincolli uno per uno al corpo i sensi e le sensazioni; e quando tutti ti chiedono “Com’è stata, meglio o peggio dell’anno scorso?“.

E tu, io cioè, riesco solo a pensare con una buona dose di sorpresa che… non ti ero posta questa domanda, ne prima ne durante. Perché il punto non sono gli effetti collaterali della radioterapia o quanto dolore fa, lì, mentre la fai, (e quindi proporzionarli rispetto alla volta precedente); il punto doloroso è doverla fare. E più ancora doverla rifare. Non importa se farà più o meno male fisicamente, fa male perché sai che non hai ancora finito; sai che la guerra dentro di te è ancora in atto.

Prende l’anima sapere di combattere una cosa che cresce dentro di te e che, nessuno sa bene perché arriva o come farla smettere. Tutti sperano, con te, che quel trattamento funzioni ma…si sta tutti con le dita incrociate.

E sotto questo punto di vista, la volta scorsa è uguale a questa. Si prende l’anima facendoti cadere in uno stato di sonno vigile costante e duraturo…. e si timone sospesi, con le dita incrociate. Fino alla frase del medico: “Sembra andata bene, non ci sono metastasi a polmoni e ossa“. E poi ne aggiunge un’altra: “Prossimo controllo tra tre mesi“.

Allora lì ti ridanno l’anima. Ma con una nuova data di scadenza, corta, per di nuovo trattenere il fiato e incrociare le dita. Tocchi di nuovo terra, fino alla prossima sospensione.

Questa volta quindi è stata dolorosa, per la mente e per il corpo, proprio come l’altra volta; solo che ci sono arrivata con un anno in più di stanchezza, di fiato trattenuto e di dita incrociate. Stanca di condurre tante battaglie, di non sapere chi vince, ma di continuare a combattere. Tutte battaglie dolorose, coraggiose, e speriamo… vinte.

Con i piedi per terra…in libertà...

Con i piedi per terra…in libertà…

E ora…mi godo la libertà di restare con i piedi per terra e respirare.

Take care!

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